Ci è stato chiesto spesso per quale motivo siamo contrari alle restrizioni sui caricatori ad alta capacità.
Abbiamo dunque raccolto le opinioni di due eminenti studiosi e quelle dei nostri esperti:
- Le restrizioni potrebbero impedire solo un numero molto limitato di eventi già rari
- Una messa al bando dei caricatori “ad alta capacità” sarebbe ingiusta e inapplicabile
- 27 argomenti contro le restrizioni da parte degli esperti di FIREARMS UNITED
Abbiamo risposto in marzo con le parole del professor Gary Kleck:
Le restrizioni potrebbero impedire solo un numero molto limitato di eventi già rari
“L’unico tipo di crimini in cui viene esploso un gran numero di colpi sono le sparatorie di massa, eventi con numerose vittime, che fortunatamente sono estremamente rare…
Anche nel caso delle rare sparatorie di massa con molte vittime, spesso i colpevoli non hanno avuto davvero bisogno di “caricatori ad alta capacità” per fare più danno, perché:
(a) Portavano più di un’arma,
(b) Possedevano più caricatori, oppure
(c) Hanno avuto il tempo e l’opportunità di ricaricare più volte, usando caricatori di capacità ridotta.Dunque, anche l’ìpotetica utilità in fatto di pubblica sicurezza relativa alla riduzione della circolazione dei caricatori ad “alta capacità” […] può essere ragionevolmente descritta come limitata ad un numero molto ridotto di eventi rarissimi.”
Una messa al bando dei caricatori “ad alta capacità” sarebbe ingiusta e inapplicabile
Anche il beneficio marginale in fatto di pubblica sicurezza di una messa al bando dei caricatori “ad alta capacità” — che forse potrebbe costringere i ‘mass shooters’ ad agire pià lentamente — sarebbe inferiore alle conseguenze negative del passaggio di una legge che verrebbe violata anche da chi normalmente le rispetta.
In base alle esperienze pregresse, una legge che metta al bando i caricatori ad “alta capacità” è una legge che si presta alla violazione. Nel 2013 la città di Sunnyvale, in California, li ha messi al bando; alla scadenza del termine ultimo, la Polizia locale ha constatato che nessun caricatore era stato consegnato come da obblighi di legge. Gli stessi effetti si sono avuti in seguito al passaggio di leggi simili da parte delle autorità municipali di Los Angeles e San Francisco.
I teorici legali sostengono che è più facile obbedire a leggi che siano percepite come moralmente e socialmente giuste. Per una persona che possieda legalmente caricatori ad “alta capacità” da anni, senza aver mai avuto problemi, l’idea che essi possano essere intrinsecamente pericolosi è semplicemente irragionevole.
In assenza della collaborazione dei possessori d’armi, la messa al bando dei caricatori “ad alta capacità” è inapplicabile. Sarebbe fattualmente e politicamente impossibile per le autorità effettuare perquisizioni porta a porta per trovare e confiscare tali caricatori. La legge diventerebbe applicabile solo laddove qualcuno venisse trovato in possesso di un caricatore di tale tipo letteralmente per sbaglio.
Opinione di Adam Winkler, Professore alla scuola di legge dell’UCLA (Los Angeles Times, 2016)
L’opinione degli esperti di FIREARMS UNITED
- Costringere i tiratori ad iscriversi ad una federazione sportiva per ottenere un’esenzione che consenta loro di acquistare, possedere e utilizzare caricatori “ad alta capacità” è contrario alla Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo (e al riguardo c’è una sentenza della corte costituzionale olandese) e persino alle Costituzioni di molti Paesi. Ciò renderebbe di fatto tale esenzione inapplicabile.
- Rendere l’applicazione di tale esenzione dipendente dalle regole delle discipline di tiro crea incertezza giuridica, perché le discipline di tiro sono governate da organizzazioni private che possono cambiare i regolamenti in qualsiasi momento rendendo illegali armi e caricatori e trasformando automaticamente i loro possessori in criminali.
- La differenziazione del limite di capacità tra i caricatori per armi corte ed armi lunghe crea confusione, perché esistono caricatori che possono essere utilizzati sia su pistole che su fucili e carabine.
- I caricatori non sono parti essenziali d’armi e continuano a non essere controllati dalla direttiva: come si possono inserire in Categoria A?
- La situazione secondo cui un’arma entra in Categoria A (proibita) se vi è inserito un caricatore ad alta capacità senza che il possessore goda dell’esenzione del caso, e che torni ad essere un’arma di Categoria B (consentita) appena tale caricatore viene rimosso è insensata e inapplicabile.
- Come si possono gestire i caricatori ad “alta capacità” attualmente in circolazione nell’UE? Si parla di circa venti milioni di caricatori per arma lunga di capacità superiore ai venti colpi; come si dovranno convertire i caricatori di capacità superiore che non sono coperti dalla cosiddetta “eccezione”? I sistemi attualmente in vigore, che prevedono l’uso di rivetti, sono inefficaci — possono essere facilmente aggirati o annullati.
- I caricatori non sono oggetti “monolitici”: sono composti da tre, quattro componenti. Chi decide quale componente dovrà andare in “Categoria A”, diventando proibita?
- Non c’è una definizione precisa per il termine “dispositivo d’alimentazione”.
- Si parla spesso di “dispositivi d’alimentazione”… elevatori? Nastri? Se un collezionista possiede 21 anelli per il nastro d’alimentazione di una mitragliatrice, deve ritenersi nei guai?
- Un appassionato d’armi si troverà nei guai se trovato in possesso di un caricatore da 30 colpi incompatibile con le armi che possiede?
- Se un tiratore IPSC gode dell’esenzione perché partecipa alle competizioni ufficiali del suo circuito, come potrà continuare a partecipare alle gare in altri Paesi UE? Esenzione o no, le armi di Categoria A non sono coperte dalla Carta Europea d’arma da fuoco. Se invece l’esenzione dovesse estendere la validità della CEAF alle armi di Categoria A, va a farsi benedire del tutto il principio secondo cui i civili non dovrebbero possedere armi di Categoria A — tantomeno viaggiarci.
- Come si possono registrare, sia al momento della vendita che al momento del possesso, caricatori che non sono serializzati? Come si potranno regolamentare i passaggi di proprietà di caricatori tra privati, e come faranno i rivenditori ad assicurarsi che il tiratore che acquista un caricatore ad “alta capacità” sia titolato a farlo?
- Si parla di esentare i tiratori sportivi che sono iscritti ad associazioni. Che succederebbe ai rivenditori che vendono caricatori a tiratori sportivi che non sono iscritti ad associazioni? Ci vorrà un’autorizzazione in base all’articolo 6.1 del documento? E che dire dei collezionisti?
- La Categoria A è riservata ad armi assolutamente proibite ai civili, come mitragliatrici, lanciarazzi, lanciafiamme. Estendere la licenza per armi di Categoria A ai civili per regolamentare armi e caricatori puramente civili annulla il principio stesso dell’esistenza della Categoria A ed apre le porte ad un discorso sulla legittimità del possesso di armi attualmente proibite.
- I collezionisti di pistole semi-automatiche storiche si ritroveranno nei guai, a causa dei caricatori ad alta capacità forniti in dotazione ad alcune delle prime pistole militari (si pensi ai caricatori da 30 colpi per le Luger)? Dovranno forse richiedere autorizzazioni speciali e adottare misure di custodia assolutamente sproporzionate alla minaccia alla pubblica sicurezza che tali caricatori pongono?
- Negli Stati Membri dove ai collezionisti non è consentito possedere armi di Categoria A, essi saranno costretti a limitare permanentemente tali caricatori, riducendone drasticamente il valore storico e monetario che arriva anche a 1000 Euro per caricatore?
- Se le armi ereditate sono esenti, le armi sportive sono esenti, le armi da collezione e quelle in calibro .22 sono esenti, quali armi sono esattamente investite dalla limitazione? Forse il 5% del totale? Ciò rende la limitazione voluta dalla Commissione Europea niente più che una misura simbolica, e peraltro molto piccola. Il gioco valeva la candela? No: e il prezzo lo pagheranno le autorità di Pubblica Sicurezza chiamate a far rispettare le nuove norme.
- La formulazione delle norme apre le porte a restrizioni ancor più ampie di quelle proposte, consentendo agli Stati Membri con intenzioni restrittive di far ricadere in “Categoria A” potenzialmente qualsiasi arma da fuoco a funzionamento semi-automatico con caricatore amovibile.
- I caricatori si possono modificare e realizzare facilmente, anche con stampanti 3D. Come tenerli sotto controllo?
- Come inquadrare legalmente i caricatori estensibili come i Thermold, che dall’originale capacità di 20 o 30 colpi possono essere espansi fino ad ospitarne anche 40?
- Come inquadrare legalmente i caricatori accoppiati, ad esempio quelli da venti colpi nastrati o “clippati” assieme?
- Tutte le armi sottoposte alle restrizioni sono già disponibili, in tutti gli Stati Membri dell’UE, solo ai titolari di porto d’armi; sono dunque pienamente controllati. Se le autorità non sono in grado di mantenere tale controllo, non devono essere i cittadini, né gli oggetti a prendersi la colpa, ma chi non fa il suo lavoro.
- I caricatori sono realizzati con un certo livello di tolleranza tecnica. Che succede se un caricatore da dieci o venti colpi si deforma fino ad ospitarne undici o ventuno?
- Ci sono milioni di possessori di caricatori in Europa. Solo un numero esiguo li ha denunciati. Quanto sforzo, quanta spesa in fatto di personale e risorse economiche saranno necessari per trovare tutti quelli non registrati, confiscarli, e perseguire penalmente i possessori?
- Qual’è l’impatto positivo della messa al bando dei caricatori ad “alta capacità” in fatto di pubblica sicurezza quand’è stato appurato che la differenza temporale tra lo sparare trenta colpi con un singolo caricatore da 30 colpi o con tre caricatori da 10 colpi non eccede i due secondi?
- Dopo le stragi di Alphen aan den Rijn e Utøya, e nonostante le pressioni, l’Olanda e la Norvegia si sono rifiutate di imporre tali restrizioni a livello nazionale. Cos’è cambiato che renda indispensabile l’imposizione di tali restrizioni a livello Europeo, peraltro in capo ai possessori d’armi legali?
- Da nessuna parte del mondo le leggi restrittive sui caricatori “ad alta capacità” hanno dimostrato statisticamente e fattivamente di avere avuto effetti positivi in fatto di pubblica sicurezza. In numerosi casi, dopo anni dalla loro entrata in vigore, tali restrizioni sono state abrogate per inutilità senza troppo clamore.
One Comment on “Caricatori ad alta capacità: perché le restrizioni sono inutili”
IM VERY WORRIED !!!!!!!!!
AFTER TODAY 3-6-2017 EVENTS IN LONDON THAT I SEE THE TERRORIST USE A WHITE VAN
MAYBE EUROPEAN COMMITION WILL NOW STOP THE USE OF THE ALL THE WHITE VANS NOW